Come aprire una startup: la guida in 7 passaggi

Hai in mente una nuova idea e vuoi scoprire come aprire una startup? Questo è l’articolo giusto per te e per dare sfogo alle tue idee imprenditoriali.

Il desiderio di creare e aprire una startup può nascere da diversi motivi, ad esempio la mancanza nel mercato attuale di un nuovo prodotto, oppure il desiderio di apportare qualcosa di nuovo nel mondo. O semplicemente la voglia di mettersi in gioco e alla prova, testando le proprie abilità imprenditoriali e manageriali. 

Tieni bene a mente però che per creare una startup non basta solo un’idea geniale o un colpo di fortuna, è necessario tanto impegno, determinazione e dedizione, per non farsi abbattere dai primi insuccessi.

 

Che cos’è una startup?

Una startup è una giovane impresa, di solito appena fondata, con l’obiettivo di sviluppare un modello di business innovativo o un prodotto o servizio innovativo. Spesso, le startup sono associate a settori ad alta tecnologia come la tecnologia dell’informazione, la biotecnologia o l’Intelligenza Artificiale, ma possono operare in vari settori, inclusi quelli tradizionali.

Generalmente le startup hanno tra di loro in comune delle caratteristiche precise. Infatti, oltre alla propensione all’innovazione, le start up spesso sono caratterizzate da una rapida crescita ed operano in settori piuttosto rischiosi. Sono anche flessibili, ovvero in grado di adattarsi più facilmente alle mutazioni del mercato rispetto ad imprese più strutturate e consolidate.

 


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Come aprire una startup: la guida in 7 passaggi

 

Ideazione e sviluppo

In molti pensano che il punto di partenza per creare una start up sia trovare l’idea perfetta, bensì non è così. Infatti, l’idea non è altro che un’altra variabile a cui si va incontro, poiché sperimentando e testando, quell’idea originaria quasi sicuramente sarà da modificare e adattare alle nuove esigenze.
Avere già un’idea di partenza è sicuramente un buon punto di partenza. L’importante è verificare di non commettere plagio ed essere sicuri che l’idea sia originale ed innovativa, duratura e sostenibile (in termini di realizzazione). Meglio ancora se è “disruptive”, termine coniato da Clayton Christensen, ovvero capace di “devastare” e “distruggere” un mercato esistente o crearne uno nuovo.

In Italia, l’approccio più comune consiste nell’innovare prodotti, processi e servizi già esistenti, creare nuovi prodotti o distribuire quelli esistenti tramite canali innovativi, nell’espandersi su nuovi mercati con prodotti e servizi esistenti. O ancora nell’ideare modelli di business simili ma con un valore aggiunto superiore.

Se, invece, non si ha ancora un’idea, puoi fare una sorta di brainstorming e valutare diverse possibilità. Ad esempio, prima di capire come aprire una startup, puoi valutare come trasformare un hobby o qualcosa in cui hai ottime competenze in un’opportunità imprenditoriale. Oppure verifica se ci sono buchi nel mercato, quindi prodotti non esistenti che potrebbero soddisfare un determinato bisogno.

 

Formazione del team

Ovviamente nessuna idea innovativa o azienda di successo prenderà mai vita da sola! Le persone sono il vero motore del cambiamento, grazie alle loro abilità, competenze, visioni e passioni che danno vita a startup eccezionali.

È quindi essenziale valutare con attenzione le competenze dei collaboratori, adattandole alle esigenze specifiche del modello di business e verificando che abbiano il carattere e la motivazione giusta.

 

Come aprire una startup: la scelta del Business Model

Una volta costituito il team, il passo successivo nel capire come aprire una startup, è valutare se l’idea iniziale è valida e se può trasformarsi in un’impresa degna di essere considerata per gli investimenti.

Lo strumento chiave per sintetizzare chiaramente le attività di un’impresa è il business model. E lo strumento più noto e ampiamente utilizzato per costruirlo è il business model canvas.

Il modello ideato da Alexander Osterwalder è organizzato schematicamente in blocchi, ognuno dei quali rappresenta uno dei 9 elementi fondamentali per il funzionamento di un’impresa, tra cui segmenti di clientela, il valore creato dai tuoi prodotti o servizi, la struttura dei costi ed altro ancora. 

Tramite la sua rappresentazione grafica è possibile avere una visione immediata e chiara dei punti di forza e debolezza del tuo progetto, accelerando i processi di comunicazione, ideazione e problem solving. Il canvas precede la stesura del business plan, il quale si concentra esclusivamente sugli aspetti economici dell’impresa.

 

Le fonti di finanziamento

La necessità di capitale accompagna la startup lungo l’intero ciclo di vita, dalle fasi di nascita e sviluppo fino a espansione e maturità. In particolare, durante la fase iniziale o early stage, in cui la startup potrebbe non avere ancora un prodotto definito o un modello di business sostenibile, i costi mensili, noti come “burn rate”, devono essere coperti con il denaro disponibile.

Esistono diverse possibilità di finanziamento, da considerare e scegliere in base alle proprie esigenze e necessità.

  • Bootstrap (o bootstrapping). Si tratta di autofinanziamento, utilizzando i capitali propri del fondatore;
  • Amici, parenti e folli (3F’s). Coinvolge il finanziamento proveniente da amici, parenti e individui disposti a investire nella startup;
  • Crowdfunding. Consiste nella raccolta di fondi principalmente attraverso piattaforme online, con quattro forme principali: Donation, Reward, Equity e Lending;
  • Business angel. Si tratta di individui, spesso ex imprenditori, manager o professionisti, che investono in cambio di azioni di minoranza;
  • Venture capital per startup. Gli investitori di fondi di venture capital entrano nel capitale di rischio della società, detenendo quote o azioni fino alla scadenza del finanziamento o in caso di vendita della società (exit);
  • Incubatori startup. Queste sono organizzazioni che forniscono spazi fisici, servizi di co-working e supporto amministrativo, organizzativo, formativo e di consulenza. Offrono anche accesso a finanziamenti e opportunità di networking;
  • Acceleratori startup. Organizzazioni che accelerano il processo di creazione di nuove imprese, spesso investendo in startup in cambio di equity;
  • Prestiti bancari. Forniti dalle banche tramite fondi di garanzia governativi per le PMI, competizioni o mutui per le nuove imprese.

 

Come aprire una startup: fondazione e scelta della forma giuridica

Un ulteriore passo cruciale nel capire come aprire una startup che devi intraprendere per avviare una startup è la selezione del modello societario, focalizzandosi principalmente sulle società di capitali e scegliendo in base alle proprie esigenze e necessità.

Per questo tipo di entità, il nostro codice civile prevede diverse forme, tra cui:

  • Società per azioni (S.p.A.);
  • Società in accomandita per azioni (S.a.p.A.);
  • Società a responsabilità limitata (S.r.l.);
  • Società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s.);
  • Per le startup innovative, è possibile costituire una società di capitali anche sotto forma cooperativa.

Tra le opzioni di società di capitali, quelle preferite dagli aspiranti imprenditori sono spesso la SRL Semplificata e la SRL Start-up innovativa.

 

Come aprire una startup: il Minimum Viable Product (MVP)

Dopo aver definito il business model e formulato una o due ipotesi di prodotto, è giunto il momento di trasformare queste ipotesi in modo rapido ed economico nel prodotto o servizio. Per farlo, è molto comune seguire le metodologie del Customer Development Approach.

A questo punto, diventa necessario realizzare un “Prodotto Minimo Fattibile” o MVP, ossia un prodotto o servizio con caratteristiche minime, ma sufficienti per renderlo funzionante. Così facendo, abbandonando l’ambiente protetto e condividendo l’idea con estranei, amici e conoscenti, sarà possibile ottenere i primi riscontri tramite le loro reazioni. Sarà anche possibile comprendere quali problemi si potrebbero risolvere e chi potrebbero essere i potenziali clienti.

Lanciando l’MVP sul mercato e sottoponendolo a un target specifico di consumatori o ai clienti più fedeli (gli early adopter), si potrà raccogliere feedback anche da loro. Gli strumenti come il validation board e gli input ottenuti sono perfetti per adattare l’MVP alle esigenze del cliente. Se necessario poi è possibile modificare l’MVP, in base ai feedback ricevuti o sviluppare una nuova versione del prodotto o servizio. Mantenendo un approccio “agile” e ripetendo il ciclo di costruzione-verifica-apprendimento (build-measure-learn) si raggiungerà infine alla versione finale del prodotto o servizio.

 

Verifica del mercato

Al termine di questo ciclo, abbiamo convalidato il prodotto o servizio, individuato i possibili clienti e i canali di comunicazione per raggiungerli. Tuttavia, rimane incerto se siano disposti a pagare per il nostro prodotto. È necessario validare i clienti e verificare la scalabilità dimensionale del modello aziendale. Per farlo, sono necessarie attività di marketing e introducendo una quantità limitata del prodotto o servizio in aree selezionate di mercato, si valutano i risultati in termini di vendita. Se le vendite raggiungono livelli significativi, significa che si è raggiunto il Product-Market Fit. Ciò significa che i clienti esprimono soddisfazione verso il prodotto poiché risolve il loro problema.

La fase successiva prevede di offrire al mercato un’esperienza utente ottimale e di continuare a investire in marketing per stimolare la domanda. Nel caso in cui la convalida del cliente non funzioni, sarà necessario ritornare alla fase precedente, identificando ciò che non ha funzionato, oppure considerare l’opzione di abbandonare l’idea e passare a un altro progetto.

Grazie alla nostra pluriennale esperienza ed al nostro efficiente Team, BCFormula® ha a  disposizione una rete di piattaforme ed investitori specializzati nell’analisi di startup. Grazie a questo servizio siamo in grado di aiutare e fornire supporto anche a startup già costituite o nelle prime fasi di operatività. 

 

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